Prostatite

 

Cos'è la Prostata

La prostata è una ghiandola posta al di sotto della vescica maschile, la cui funzione è quella di produrre il liquido prostatico, importante componente del liquido seminale che contribuisce a garantire vitalità e motilità agli spermatozoi.


La Prostatite

Con il termine prostatite si intende classicamente una patologia infiammatoria acuta o cronica della prostata di origine batterica. Tuttavia rientrano nella categoria anche altre entità patologiche a carico della ghiandola prostatica che non riconoscono un’eziologia batterica, ma che si presentano con disturbi analoghi. La prostatite colpisce circa il 10% della popolazione generale maschile e soltanto nel 10% di questi Pazienti è ben dimostrabile un agente microbiologico agli esami di laboratorio. La maggior parte degli altri Pazienti con diagnosi di prostatite cronica rientra in realtà nella sindrome del dolore pelvico cronico. 


Le Cause

I microrganismi generalmente coinvolti nelle forme batteriche sono i batteri Gram negativi, raramente Gram positivi; non infrequentemente nei giovani l’infezione è dovuta alla Chlamydia. La via di infezione è ascendente, dall’uretra. Talora è causata da cateterismo e procedure endoscopiche.


I Sintomi

Nella prostatite acuta il quadro clinico è caratterizzato da un aumento della frequenza della minzione che risulta, quasi sempre, dolorosa e difficoltosa fino anche alla ritenzione urinaria acuta. Caratteristici sono anche il dolore in sede perineale e lombare e i segni di infezione sistemica (febbre alta con brivido e malessere generale). 

Il quadro clinico della prostatite cronica si caratterizza per una modesta sintomatologia prostatica (minzione e/o eiaculazione fastidiosa, senso di peso perineale e/o ai testicoli) la cui persistenza nel tempo è di almeno 3 mesi. La sindrome del dolore pelvico cronico presenta un quadro clinico sovrapponibile a quello della prostatite cronica batterica, cui non raramente si associa una componente emotiva pato-fobica ansiosa.


Quali Esami fare?

Esami di laboratorio indicati sono l’esame delle urine che identifica la presenza di leucociti e batteri nelle urine, l’urinocoltura, la spermiocoltura (con ricerca anche di Clamydie e Micoplasmi) e il tampone uretrale che consentono di identificare la specie batterica coinvolta contro cui indirizzare una terapia antibiotica mirata (per questo fondamentale è l’antibiogramma). Esami radiologici utili sono l’ecografia dell’intero apparato urinario e l’uretrocistografia che identificano patologie ostruttive del basso apparato urinario. Tra le indagini funzionali utile è l’uroflussometria sempre per escludere la presenza di ostruzione del basso apparato urinario, che può predisporre alle infezioni.


Le Terapie

Cardine della terapia sono gli antibiotici. Ogni antibiotico che risulti sensibile nei confronti dei germi causali è utile, e soprattutto nelle forme croniche l’identificazione del batterio responsabile è indispensabile per ottimizzare la cura. Tuttavia qualora la terapia sia empirica, gli antibiotici di prima scelta sono i fluorochinolonici e il Trimetoprim-Sulfametossazolo. L’aggiunta di anti-infiammatori e e di farmaci alfa-litici, utilizzati per la terapia dell’ipertrofia benigna, sembra avere effetto sinergico agli antibiotici nella risoluzione della sintomatologia. Accanto a queste sostanze di sintesi chimica, ne esistono alcune, derivate dal mondo vegetale, che sembrano essere efficaci nel controllo dei sintomi, soprattutto nelle forme croniche. Fra questi, la Serenoa Repens (Saw Palmetto) è fra i rimedi più documentati; sono in commercio sia come farmaci (es. Permixon) che, in associazione ad altre sostanze di derivazione vegetale, come integratori dietetici.